giovedì 26 agosto 2010

Casilinghe disperate d'Italia: provate a farlo con la CFS, poi ne parliamo

Ieri sera ho fatto quattro chiacchiere con Linda, una signora che soffre di CFS, ma che, come tante, deve fare i conti con le proprie responsabilità casalinghe e bilanciarle con il suo tentativo di migliorare la sua salute. E' vero che, quando trascorri l'80%, o addirittura il 100% del  tuo tempo in casa, e sei in continuo contatto visivo con i panni da lavare, quelli da stendere, quelli da stirare, la polvere sul mobile, il calcare che s'impadrona del vano doccia, e altre scene inquietanti che pervadono la tua casetta, la tentazione di prendere in mano quell'aspirapolvere super turbo è più forte di te. I guanti di gomma magari prometti d'infilarteli solo per lavare 2 piatti, ma poi finisci per pulire tutta la cucina e non riesci ad alzarti la mattina successiva. Mi è capitato più di una volta di fare quest'errore madornale, nella speranza di ricevere chissà quale medaglia al valore casalingo da Alessandro, ma il risultato è sempre lo stesso: torna a casa e la vede super-splendente...poi trova sua moglie agonizzante a letto.
E' importante saper dosare le forze e trovare dei sistemi, asseconda delle proprie possibilità, per evitare questi scivoloni, che spesso mi costano settimane e settimane di dolore fisico, febbre e malessere generale. Io personalmente ho una signora che viene per fare le pulizie e stirare 1 volta a settimana, ma quando lei non può o io sono al verde chiedo una mano a mia madre o mia suocera. Io, durante l'arco della settimana, faccio una o due lavatrici e le stendo, ma poi non faccio più niente, almeno per un giorno. Se proprio non riesco a resistere ad una macchia di calcare sul lavandino o a qualche pelo del cane sul pavimento, le mie armi sono quelle salviettine già umidificate con il detersivo da tenere in bagno e cucina oppure il mitico Swiffer per i peli del cane. Poi certo, c'è sempre Alessandro che mi da una mano....è ottimo per spolverare i piani alti del mobile e per portare fuori la spazzatura.
Un grosso vantaggio che ho è la lavastoviglie, un bene che ho ereditato con la casa nuova e che se non avessi mi farei regalare per il compleanno e natale messi insieme: chiamerei tutti i miei amici e parenti e direi di non volere nient'altro, solo questo, quindi organizzassero la colletta. Online quelle più piccole costano sui Euro 290 e trovi pure che te la portano a casa e l'istallano. Grazie a questo fantastico aggeggio, che ho imparato letteralmente ad amare, posso lasciare che i piatti si accumilino in lavandino e caricarli quando me la sento. E posso persino farlo da seduta! Prima di avere questo lusso, cercavo di sedermi anche davanti al lavandino (ci sono delle seggiole regolabili che ti possono dare una mano) per lavarli senza sforzare troppo le gambe.
L'elettrodomestico secondo me il più ambito sulla faccia della terra, e che ho avuto modo di sperimentare per una settimana, è il Robot aspirapolvere. E' geniale! Peccato che costa più di un computer e quindi mi sono limitata alla settimana di prova a l'ho salutato con le lacrime agli occhi. Quel robottino sarà mio un giorno, e ho sentito che ha anche un fratellino che passa lo straccio.
Sono grata alla provvidenza che mi ha dato la possibilità di almeno avere delle forze da gestire, e bisogna sempre ricordarsi che altri pazienti non hanno neanche la forza di alzarsi a fare una doccia, e loro hanno tutta una serie di altre priorità. Parlando con questa signora dei miei "sistemi" di distribuzione di lavoro nell'arco della settimana e del giorno, mi è venuta in mente l'immagine buffa del quadro domestico in cui è cominciata la mia malattia, in cui neanch'io avevo ancora le forze di alzarmi dal letto.
Dovete sapere che l'ironia della sorte ha voluto che io cominciassi a stare male circa 3/4 mesi dopo che sono andata a convivere con Alessandro. Poverino, l'ho proprio fregato! Non è che io avessi doti spiccate da casalinga neanche prima, anzi. A casa non ci mettevo quasi mai piede, ero sempre al lavoro o in giro. E meno male: la "casa", se così si poteva definire, era un monolocale di 24mq.
Il monolocale, a pensarci bene, è la dimensione ideale per un paziente di CFS in fase acuta. In questa stanza,  dove il letto matrimoniale dominava l’80% della superficie, avevo immediato accesso al tavolo da pranzo/d’ingresso solo 1 passo, pensate. La cucina, anch’essa a circa un passo e mezzo dal piede del letto, consisteva in un armadio contenente un paio di piastre elettriche per cucinare e senza forno, un lavandino e qualche scaffale, quindi non richiedeva tanti sforzi fisici quanto una fantasia spiccata per adattare tutte le ricette ad un’unica padella. 2 padelle (una grande una piccola), 2 pentole (una grande una piccola), 4 piatti, 4 bicchieri , qualche stoviglia e 4 utensili, tutti sistemati nello scolapiatti sopra il lavandino. Sembrava una di quelle cucine finte con cui giocavo da bambina, solo che quelle avevano un forno. Il frigorifero: non molto più grande di un minibar di un albergo. Il bagno era a un altro passo e mezzo dall’altro lato del fondo del letto, ed era piuttosto spazioso rispetto al resto della "regia". Sul lato opposto all’ingresso, disponevamo di un terrazzino abbastanza grande da poterci sedere fuori e mangiare d’estate con una lavatrice, tutto a più o meno un passo di distanza. Il vero asso nella manica della proprietà era un bel sistema costituito da un armadio a muro costruito a ponte sopra il letto, e di una serie di scaffali utili per riporre oggetti e libri. Un bel nido d’amore per una coppia che lavora, ma non proprio interessante per una persona che trascorre lì il 95% del proprio tempo (l'altro 5% del tempo all'epoca lo trascorrevo tra ospedali, medici, specialisti vari). La situazione si complicò ulteriormente quando, spinti dal mio bisogno di compagnia e dal bisogno di un cagnolino abbandonato, decidemmo - si fà per dire, Alessandro ovviamente tentò qualche protesta ma utilizzai le tecniche più rompiscatole che conosco per farlo crollare - di adottare Tito, anche se sarebbe stato il mio compagno a portarlo fuori la maggior parte delle volte. Era letteralmente una situazione di 2 cuori e una capanna, o meglio: due cuori, un cane e una capanna..
Ora che siamo stati ancora più fortunati e siamo riusciti a comprarci un appartamento decisamente più grande con l'aiuto dei miei genitori, spesso rimpiango un pochino quel monolocale quando penso alle pulizie da fare...ora è tutto più complicato, ma almeno adesso quando non voglio vedere la pila di piatti e i fornelli sporchi ho sempre l'opzione di chiudere la porta!
Voi come fate? Sono sempre alla ricerca di suggerimenti pratici per raggiungere quell'ambito equilibrio tra casa pulita e CFS sotto controllo..
Un bacio a tutte

6 commenti:

  1. brava valentina hai centrato ancora una volta un nostro grande problema.mi fai ridere quando racconti che lavoravi seduta perchè lo facevo anche io nei momenti peggiori...quanto è duro anche solo asciugare due pentole!(non ho la lavastoviglie purtroppo)..rifletto che sono veramente tante le cose a cui ho dovuto rinunciare:una casa pulita come pare a me, fumare, uscire la sera,il cinema il mercoledì, il caffè che mi piace da morire e anche fare l'amore con il mio compagno è spesso un problema (questo importante)...insomma nessuna gioia della vita solo sofferenza e tristezza...ma dobbiamo sorridere questo facciamolo ci fa bene..coraggio!!!!!

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  2. Linda;)
    Grazie per il tuo commento, è merito tuo che c'ho pensato. E' vero che le rinunce sono la parte più difficile... Comunque il motto che ho imparato da gente che è riuscita a migliorare e che cerco di seguire sempre è: passi piccoli piccoli e lenti lenti! Una regola d'oro che va applicato stabilendo delle priorità e, tra tutte le belle cose che hai elencato, mi pare che la casa pulita sia all'ultimo posto. Vedi di riguardarti che piano piano le gioie della vita torneranno, ne sono sicura. Forse saranno un po cambiate, forse ne troverai altre, ma sicuramente il sorriso lo ritroverai, con o senza la lavastoviglie.

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  3. Vale, a me non la racconti. Nemmmeno quando saltavi i fossi per lungo ti ho vista smazzarti per i lavori domestici!!
    :-)
    Baci

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  4. Quando tornerò a saltare i fossi infatti mi compro il robot...forse pure prima!

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  5. io faccio il minimo, sono diventata tollerante al disordine e mi concentro su bagno e cucina (sempre l'indispensabilissimo). nei periodi buoni faccio le camere e il salotto, 10 minuti di lavori e mezz'ora di riposo, cosicchè ci metto una giornata intera x stanza.

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  6. Uso tantissimo le salviette pronte. Mattina, mi sveglio dopo di Luca che va al lavoro, vado in bagno e via, salvietta veloce sui sanitari. Così per la cucina. Anch'io mi sono ammalata dopo 5 mesi di convivenza, e ho pensato spesso alla fregatura che s'è preso.
    Ciao

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