lunedì 13 settembre 2010

Italia: Popolo di Allenatori e di Medici

Non è una novità, e il prodotto di questa sindrome (questa sì che è una "sindrome") è evidente dopo ogni partita di calcio. Assisto regolarmente a simposi calcistici dalla mia posizione privilegiata al bar e non mi dilungerò troppo in dettagli perché sapete benissimo di che cosa parlo. "Ma era ovvio che Tizio non lo doveva togliere dal campo al primo tempo!", " Ma che c***o lo ha messo a fare quello schema, era meglio il 4-4-2" e robe del genere. Conversazione che può anche durare ore e ore per risolvere un problema che non esiste più, perché oramai la partita è bella che finita (e, nel caso della Roma sabato, da dimenticare). Ma in fondo il calcio è bello per questo: è un gioco a cui partecipano tutti, chi in un modo o in un altro, ma ha anche una caratteristica particolare: non è Medicina. Non servono 5 anni più la specializzazione più tirocinio più dottorato più anni e anni d'esperienza per capirci qualcosa..

Eppure c'è anche un'altra sindrome che affligge il nostro paese e che inizia a dare segnali pandemici di dimensioni preoccupanti, e devo dire che anche per questo ho una punto d'osservazione di privilegio molto raro. Trattasi della sindrome da medico immaginario. Le persone affette da tale patologia tendono a manifestare i propri sintomi in proporzione alla complessità del quadro clinico, e sono avidi critici della ricerca scientifica, di cui tra l'altro conoscono molto poco. Da malata da CFS e Fibromialgia, mi capita di continuo di ascoltare le teorie più assurde sulla mia malattia, e proprio oggi mi confrontavo con Anna - una mia collega che si occupa di sensibilizzazione - e sono saltate fuori delle cose che mi hanno fatto morire dal ridere. Certi commenti io li sento sempre più di rado, perché per fortuna ho anche amici e parenti intelligenti, ma rispolverare l'album delle diagnosi "da strada" mi ha fatto bene. Alcuni però, non importa da quanto tempo sono malati, si ritrovano le stesse cose su base giornaliera, e questi ricordi li dedico a loro.

La cosa più divertente è che, come accade per tutti malanni del mondo, il primo istinto del medico immaginario è di aggrapparsi al tempo. L'ironia sta nel fatto che la persona che ti dice "Guarda, anch'io sono stanca, con questo caldo..." è la stessa che ti dirà poi 5 mesi dopo "E cosa vuoi, con questo freddo, siamo tutti un po stanchi no?". Mi stupisce in continuazione questa teoria: Ma come, proprio io, che sono cresciuta in Egitto (7 anni a 40 gradi all'ombra) e mi sono laureata in Inghilterra (5 anni di pioggia), secondo te soffro di meteoropatia? Ma poi ne soffro d'estate, d'inverno, a primavera e autunno? Ma ci credi veramente, o non sai cosa dire?

I più "informati" mi dicono di prendere degli integratori e che tutto tornerà a posto. Ma grazie, e io che ho girato l'Italia tra immunologi, infettivologi, gastroenterologi, oncologi, persino un paio di psicologi, e ho speso svariate migliaia di Euro prima di trovare una diagnosi....e tutto quello che mi serviva era di mettermi a parlare con te! Che stupida che sono, ovvio che la risposta era lì in erboristeria e io non c'ho pensato!

I più meticolosi ti passano in rassegna tutte le analisi a cui si sono sottoposti nella loro vita, e tu, con una pazienza infinita, passi un paio d'ore a dire "fatto, fatto, fatto, fatto... " e poi quando hanno finito ti verrebbe la voglia di aggiungere le altre analisi che non erano nella loro lista, ma ti è già venuto il mal di testa e provi una certa angoscia a ripensarci, quindi sorridi e ti riprometti di non rispondere mai più a "come stai?" con la parola "stanca".

Poi ci sono i fisionomisti, che non ti chiedono neanche come stai perché lo sanno già: "Ti vedo bene!" e quando stai sotto cortisone o altre cure gonfianti "Beh, però ti sei appesantita, cerca di muoverti di più" e quando il tuo intestino ti fa scherzi e non riesci a mangiare niente "Ovvio che sei stanca, non hai mangiato niente!". Mi lasciano basita, sapete, queste cose ...perché se è vero che non sono mai stata una grande sportiva -però le mie 2 ore di shopping in centro me le facevo tutte di corsa sui tacchi, e a volte tornavo alla mia vecchia passione, il nuoto - è anche vero che ero, e sono ancora, nausea permettendo, una gran buona forchetta. Lo sanno tutti, ma a volte la gente dimentica com'eri e non li biasimo, anch'io faccio un po fatica a ricordarmelo a volte.

Questi i medici immaginari buoni, ma ne esistono anche di cattivi, che sconfinano nella crudeltà, e ti stigmatizzano come una pazza, una malata immaginaria ...come se non avessi niente di meglio da fare che starmene a letto ad aggiornarmi con Beautiful! Sono quelli che ti dicono che sei depressa, e tu sei lì che dici: beh, l'amore va bene, mi hanno promossa al lavoro, sto comprando casa, la vita andrebbe benissimo se solo riuscissi ad alzarmi, guarda! Quelli che ti dicono che sei pigra, e occhio che spesso (non è il mio caso, per fortuna) questi non sono amici alla lontana: te li trovi in casa, sono gli stessi che ti hanno vista crescere o peggio, che ti hanno partorito. In questi ultimi casi non c'è molto da fare, purtroppo, e non essendoci passata, mi sfuggono sfumature ironiche e francamente non credo ce ne siano.

Io faccio del mio meglio, nei confronti di tutte queste persone, di fornire più informazioni possibili, per rassicurarli in qualche modo che la diagnosi io l'ho già ricevuta, non ci sono cure, ma la gestisco a modo mio, di non preoccuparsi insomma, ma il  nome della mia malattia non mi aiuta. Prima di ricevere questa diagnosi, e di entrare nei ranghi degli incompresi, anch'io forse avrei fatto la stessa cosa....non lo so, non mi è mai capitato, però devo dire che ho sempre avuto una passione per Dr. House quindi è probabile. E' semplicemente che non amano arrendersi davanti a un nome così, quindi tutto quello che puoi fare è provare a spiegare i fatti. Cerco con calma di non arrabbiarmi, ripetendomi il mantra che non è colpa loro, che se la mia malattia fosse più chiara e non avesse un nome da terza elementare non mi ritroverei in questa situazione.

Faccio del mio meglio, tanto per capirci, per dire: "guarda, la partita è già chiusa, puoi rilassarti, gli allenatori hanno fatto il possibile...piuttosto, tu come stai?", e loro "Ah guarda, sapessi quanto sono stanca! ...."

4 commenti:

  1. brava hai colto molto bene un altro aspetto importante della nostra malattia!questa sua caratteristica di essere "inafferrabile" ci espone ai consigli medici di tutte le persone con cui ne parliamo,io i primi tempi ascoltavo con pazienza e cercavo di controbattere con le mie ragioni poi mi sono stancata e con chi non capisce sono anche scortese.devo dire che mio figlio, il mio compagno,le amiche non si comportano così, ma colleghi e parenti mi hanno veramente rotto.insomma ho scelto la filosofia"chi non mi capisce non mi merita" e devo dire che vivo meglio.
    un bacio a presto Linda

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  2. Ottima analisi, Vale...
    ...e quando è il medico che ti dice 'ma non c'è ragione perché tu ti senta così!'
    Ma caro grazie!! :-D

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  3. Meno male che ti fanno ridere! A me farebbero venire una rabbia!...
    comunque grazie per tenere questo blog, e' divertentissimo leggerti, oltre che interessante (ho scoperto questa malattia che non conoscevo)...

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  4. Filosofia più che giusta Linda, infatti uno dei risvolti "positivi" se vogliamo della malattia, è l'opportunità di tagliare i rami secchi dall'albero delle amicizie e degli affetti, lasciando così più spazio per fiorire alle persone che ti meritano davvero.
    Avalon, quello che dicono i medici veri e propri lascia a bocca aperta quasi tutti, specialmente perché a volte non sono in grado di fornire elementi in più rispetto alle "diagnosi da strada".
    Valerio, è gratificante più di quanto immagini il tuo commento: la sensibilizzazione del prossimo è un obbiettivo principale di questo blog, e spero che un giorno buttare le cose in risata non sarà più necessario. Il tragico a volte lo si capisce meglio con il sorriso.

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