martedì 7 settembre 2010

Blues, Reds e Pace Mentale

"The blues are because you're getting fat and maybe it's been raining too long, you're just sad that's all. The mean reds are horrible. Suddenly you're afraid and you don't know what you're afraid of."

Oggi cito il film "Colazione da Tiffany". Faccio la traduttrice di mestiere, è  vero, ma non c'è cosa che odio di più di vedere una frase (così bella, così vera, detta così bene) rovinata per questioni di battuta e sincronia. La versione originale mi calza a pennello e francamente ho cercato la traduzione in italiano ma non si trova su internet. Vi dovrete accontentare di un'interpretazione spicciola per oggi, o, ancora meglio, cercatemela voi!

Capita a tutti di avere giornate no, periodi più stressanti di altri, quando la bilancia non ti è amica o le cose vanno male con il partner o in ufficio, o quando piove troppo...ecco, quelli sono i "blues": ti senti triste, ecco tutto.

Poi ci sono i "reds", che si prestano anche alla traduzione "giornate rosse", ma si cadrebbe nell'equivoco di pensare alla sindrome premestruale (quella sì che è una "sindrome") e vi assicuro che non è qui che vado a parare. Sono giornate semplicemente difficili da vivere, quando si vive nella paura di una cosa indefinibile, impalpabile, quanto tutto sembra tinto di rosso come la scena della doccia di Psycho.

Rimane il fatto che la vita è tempestata di blues, che si risolvono in un piantarello liberatorio, ma i reds, quelle poche volte che capitano, s'impadronano del tuo corpo. Ora che ci penso: Quale metafora migliore per la CFS (i reds), paragonata alla stanchezza (i blues)?

Comunque non è neanche qui che voglio arrivare...esistono degli ostacoli che ho incontrato per la mia strada e che ho abbattuto, passandoci sopra con il rullo compressore, ma quando arrivano giornate così, con nessun ostacolo evidente ma con un senso di pericolo immediato d'incidente, cerco la deviazione più vicina: la sede più vicina di Tiffany è a kilometri da qui, ma un giretto online vi giuro che ha lo stesso effetto, con il valore aggiunto che ci puoi andare a colazione, pranzo e cena: penso proprio che Holly volesse consegnarci la chiave per la pace, quantomeno quella mentale... mi è quasi passato il mal di testa..

3 commenti:

  1. Ciao Valentina,
    hai descritto molto bene i rossi :-)
    i miei rimedi sono le coccole dell'amore mio, o in mancanza almeno quelle della micia che sembra capisca l'aria che tira e diventa affettuosissima.
    E alcuni libri, anche.
    La mia strada è probabilmente simile alla tua, lo dirà il professor Tirelli la prossima settimana...
    Intanto ti ringrazio per questo blog, sei stata un improvviso aiuto davvero serendipitoso!
    Un abbraccio,

    Valentina... anch'io :-)

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  2. Carissima! Da questa parte i rimedi sono più o meno gli stessi, con l'eccezione della variante dell'animale domestico (anche i cani hanno un certo intuito). Ti auguro di trovare finalmente una risposta, ma ti metto in guardia - da brava consigliera - rispetto alla sensazione che proverai nel caso di una diagnosi di CFS, e rispetto alle speranze che giustamente vanno investite in ogni percorso curativo.

    La CFS è un animale strano. Non è come quando vai dal medico per il mal di gola, diagnosi placche, ed esiste già un antibiotico che farà passare tutto. A diagnosi ricevuta, si chiude la caccia al "cattivo" ma si apre la caccia alla cura.

    Ovvio, mi dirai...ma spesso si cade in questo tranello. La CFS è una malattia tutta da scoprire e in questo Tirelli non è diverso da altri: anche lui va per tentativi, e non sai mai come andrà a finire.

    Personalmente io lo ringrazio perché è stato il primo a capirmi, a non farmi sentire una malata immaginaria, ma il tentativo di cura che ho fatto io - ad esempio - non è andato a buon fine e non mi sono sentita di proseguire. Detto ciò, altri si sono trovati bene con la stessa cura e hanno notato dei miglioramenti.

    La ricerca internazionale nel frattempo ha fatto dei passi in avanti e t'invito più che altro di approfittare del tuo incontro per imparare più che puoi sul tuo nemico, fai anche le domande più stupide che ti vengono in mente, prendi appunti, vai accompaganta in modo che anche chi ti è vicino possa fare delle domande..Vai con uno spirito da ricercatrice insomma, è un'occasione per imparare qualcosa...e in bocca al lupo!

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  3. Sì, credo che sia questione di pelle... si dice che si è tipi da cane o tipi da gatto :-)
    (La micia suggerisce che lei in bagno va da sola... non se sia un vantaggio o uno svantaggio, nell'ottica del training personale :-D)
    Quanto mi dici è effettivamente quello che penso: il mio approccio alla malattia ha dovuto maturare ben prima di ora e avendo anche una buona preparazione in materia, sono una spina nel fianco per tutti i poveri dottori che si trovano ad avere a che fare con me... li stramazzo di domande e poi ancora!!
    La mia idea ora è appunto di imparare il più possibile sulla situazione, e trovare il modo di gestirla e conviverci: anche io come mi sembri tu sono sempre stata una macchina da guerra, e ora devo trovare il modo di essere felice anche come fodera da divano ;-)
    Un bacione, ti farò sapere se riesco a esserci alla manifestazione.

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