martedì 5 ottobre 2010

Malata...ma con stile

Mamma mia, che mattinata! Sapete, quando avevo 16/17 anni volevo fare la modella, ma la cosa non ha funzionato perchè volevano un peso inferiore ai 70 chili per 1 metro e 80 e sfidare le leggi della fisica (e del fisico) non era possibile, quindi ho lasciato perdere perchè amavo mangiare. La cosa mi è sempre rimasta un po indigesta perchè sognavo una vita tra fotografi, bei vestiti e mondanità, feste, riviste e quant'altro e pensavo sarebbe rimasto un sogno nel cassetto....E meno male, almeno così ho studiato e ho avuto delle esperienze professionali un attimino più formative...almeno fin quando non mi sono ammalata. Certo, adesso non scambierei il mio lavoro da traduttrice con nessuno.

Vantaggio di poter lavorare sdraiata in pigiama a parte, lo trovo stimolante e interessante perchè mi capita di tradurre di tutto, imparo moltissimo sul mondo e non mi annoio mai, neanche sul divano per ore. Ma questo non vuol dire che, quando una mia amica del cuore, Laura (giornalista), mi ha proposto di scrivere la mia storia per una nuova rivista di moda della Mondadori (TuStyle), con tanto di servizio fotografico, non sia stata entusiasta dell'occasione. Un'occasione d'oro per far conoscere la malattia al popolo femminile, per girare una foto della manifestazione ad un'altra redazione, e per renderla più personale - sotto forma di una di quelle storie della serie "donne forti che combattono con il sorriso", che piacciono tanto al pubblico e anche per levarmi questo sassolino dalla scarpa, perchè no?

E così stamattina mi sono risvegliata a casa dei miei genitori, dove sono cresciuta - un casale in campagna decisamente più adatto a ricevere un'ospite di questa portata e per spunti fotogenici rispetto al mio appartamentino anonimo piano terra - con una preoccupazione che non avevo assaporato da anni: cosa mi metto? Mi ero portata mezzo guardaroba dietro (tutti vestiti che non avevo indossato da anni) e attendevo con ansia la fotografa, Annette Schreyer (fotografa bravissima di fama mondiale), e la sua squadra, sperando che non rimanessero troppo delusi e che la truccatrice non si sarebbe arresa davanti alle mie spettacolari occhiaie.

Il citofono suona e io m'infilo un paio di pantaloni comodi ma eleganti con una maglietta per andare a ricevere Annette, la sua assistente, e la truccatrice. Gironzolano per casa cercando un angolo adatto, e io insisto molto sul fatto che una foto, per essere realistica, dovrebbe essere sul divano, insieme al mio computer portatile e al cane, dove passo l'80% del mio tempo nella vita reale. Accettano la mia proposta, anche perchè (ringraziando il cielo) il tempo fuori era peggiorato e l'unica opzione era di stare dentro casa. Tuttavia la mia mise non li convince molto e, analizzando con occhio esperto l'armadio, scelgono un abito che non è neanche mio. Un abitino corto elegante che mia sorella ha indossato per un matrimonio qualche settimana fa e che aveva lasciato a casa dei miei. Per miracolo, il vestito mi entra e, per doppio miracolo, riesco a trovare delle calze rimaste nella mia camera da ragazzina che non sono bucate. Nel giro di un'ora, mi ritrovo nella mia posizione di tutti i giorni: sdraiata sul divano con il portatile e il cane, ma truccata all'inverosimile, capelli (che di solito sono trasandati e raccolti con varie forcine a casaccio) arricciati sapientemente con il ferro, l'abitino corto e calze nere, e con le luci sparate addosso...così, con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Purtroppo, più in là con il servizio, il tempo è migliorato, e hanno insistito per fare alcuni scatti fuori in giardino. E' un bellissimo giardino, pieno di ulivi e quant'altro, ma mi ero già stancata a tenere tutte quelle posizioni "naturali" sul divano e quindi non riuscivo a reggere più di tanto le pose: "accovacciata insieme al cane" (sempre con il mini abito), "passeggiatina sotto l'ulivo", quindi abbiamo tagliato corto. Avrei tanto voluto avere uno scatto con Alessandro, ma purtroppo stamattina doveva lavorare al bar per un rinfresco e mi sono dovuta accontentare della compagnia di Tito e Rocco (il cane dei miei), come accessori sul set.

Annette (adesso io e lei ci diamo del tu) è una vera artista, sono sicura che le foto saranno spettacolari, ma mi chiedo ora, risdraiata sul mio divano in tuta condividendo quest'esperienza singolare con voi, se tutto questo servirà a qualcosa. Spero di sì: così forse anche le ragazze normali, le casalinghe o le clienti annoiate che leggono i settimanali dal parrucchiere, le appassionate di moda, o comunque persone che non sono solite leggere le pagine dedicate alla salute sui giornali, cominceranno ad interessarsi dell'argomento... ma non rinnego la parte narcisistica della mia personalità che ha solo voglia di vedere tutti gli scatti raccolti insieme, per avere finalmente il mio "book fotografico", che sognavo tanto da ragazzina..

5 commenti:

  1. non vedo l'ora di vedere le foto

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  2. Avvertici quando esce. La cosa più importante è che abbiano consentito a te di raccontare la tua storia: è fantastico! E son contenta se scattare quelle foto è stata una soddisfazione.

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  3. Assolutamente sì, avvertirò tutti quelli che conosco ;))) Spero tanto che sia presto e che pubblichino anche una foto della manifestazione, anche se il "look" è decisamente diverso.

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  4. Non tutti quelli che conosci, devi avvertire tutti, sul tuo blog! Vogliamo vedere le foto e leggere la storia!
    ciao
    Valerio

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  5. Valerio, ciao ;) Assolutamente sì :) Quando esce l'articolo (mi sono informata e probabilmente sarà intorno a Natale) naturalmente sarete i primi a saperlo.

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Grazie per i vostri commenti.