domenica 26 settembre 2010

C'è Terapia e Terapia

Come forse saprete, io tendo sempre a fare buon viso a cattivo gioco, e le mie tattiche che adotto per riderci sopra (forse ve ne sarete accorti leggendomi) nascondono un disagio che ho deciso di affrontare. L'ho deciso recentemente, a seguito di un colloquio con uno psichiatra che, per mia fortuna, non è tra i non credenti nella CFS, e non ha neanche la presunzione di molti suoi colleghi di dettare sentenze insensate e a prescrivere farmaci a raffica: un agnostico intelligente insomma. E' stato lui a dirmi per primo che non stavo avendo un esaurimento nervoso quando, spinta dalla disperazione, mi sono recata da lui quasi 4 anni fa per cercare un motivo per i miei sintomi, ed è a lui che mi sono rivolta la settimana scorsa, dopo tutto questo tempo, perchè l'origine strana di questi nuovi sintomi aveva anche bisogno della valutazione di una persona fidata. Arrivata con l'obbiettivo di capire se questi sintomi venissero dalla mia testa oppure dalla malattia, sono andata via con un'idea chiara: Non importa.

Non importa da dove arrivano questi sintomi, importa solo che io riesca a vivere bene la situazione. La comparsa dei nuovi arrivati, di origine ancora oscura (sui quali indagherò con tutte le analisi del caso) - se non altro è stata propizia per questo. Ora ho preso coscienza del fatto di vivere questa costante tensione tra il mio modo di essere e il raggio d'azione ristretto imposto dalla mia gabbia invisibile e in costante variazione di misura - costruita ad arte dai sintomi della CFS - è contro la mia natura (e forse contro la natura umana tout-court), e che ogni volta che non esco perchè voglio evitare peggioramenti, e ogni volta che sono costretta a tornare a letto, faccio bene ai miei sintomi, ma faccio del male a ME STESSA. La mente non ama fermarsi ai limiti del corpo, e quando è costretta a farlo inevitabilmente si ribella. Questa ribellione l'ho repressa per moltissimo tempo, adottando le mie tattiche raffinate di evasione, e non ho intenzione di permetterle di aggiungere un'altra sbarra alla gabbia nella quale sono costretta già a vivere. Non solo: dalla diagnosi in poi si vive in una costante incertezza che alla lunga diventa logorante.

Ho una nuova arma contro la CFS: un supporto che aiuterà a gestire la tristezza che provo nelle mie rinuncie, la paura che provo ogni volta che arriva il dolore, l'affanno e la nausea, la nostalgia che m'invade ogni volta che penso al passato e al futuro che volevo.

Rafforzata da questa convinzione, sono tornata sul mio divano per condividere il mio pensiero con voi, e per assicurarvi anche che questo non toglierà nulla alle mie "terapie", che sono ben più convenzionali e, se vogliamo, fatte in casa. Spazio tra bagni caldi, massaggi, lavoro, la pet-therapy, la cinema therapy, la gastro therapy (cioccolatoso preferibilmente), la shopping therapy (rigorosamente on-line e se non è scontato non siamo interessate), l'amica -therapy e naturalmente la mitica coccola-therapy!!

Voi cosa fate per gestire le gabbie invisibili? La mia è la CFS, ma ce ne sono di tanti tipi e forme e l'arte di viverle è un dono...Se volete condividire il vostro modo di vivere i vostri limiti scrivetemelo, così forse imparo qualcosa.

4 commenti:

  1. più leggo te e più mi sembra di leggere me:) io mi sono creata un mondo in internet fatto di passatempo relazioni volontariato e sto cercando anche di trovare un lavoro in rete ma non è facile. amavo tanto il bricolage ed ora avrei il tempo x farlo ma aspetto di averne le forze, per il resto vivo molto alla giornata cercando di ricostrurmi un immaginario sul mio futuro dopo che la cfs mi ha distrutto quello che avevo. ah, ho preso il 1 livello reiki e mi sta aiutando molto!

    RispondiElimina
  2. Eh, purtroppo è vero...trovare un lavoro su internet non è assolutamente facile, ma delle persone che conosco (asseconda delle loro energie) hanno trovato lavoro nel telemarketing ad esempio. E' difficile capire quanto durerà la nostra via crucis, ma ammiro molto le persone che, come te, coltivano i loro interessi per crescere come persone, nonostante la malattia...Il Reiki eh? Prendo nota ;)

    RispondiElimina
  3. il reiki è incanalare l'energia del cosmo attraverso le mani e donarla al corpo. un amica mia, maestra di reiki, quando ha sentito la frase "non ho energie" me lo ha proposto. io ero scetticissima, ma mi sono dovuta ricredere. l'energia si sente davvero.

    RispondiElimina
  4. Si tratta di esercizi o di massaggio? A proposito di massaggi leggi il mio post "Corro a fare un massaggio" di agosto, li ho trovati molto molto utili e i miei miglioramenti dell'ultimo anno sono quasi interamente dovuti a quelli. Il reiki lo metterò nella lista dei regali per Babbo Natale, sono pronta a tutto!

    RispondiElimina

Grazie per i vostri commenti.